domenica 15 febbraio 2009

IL BLOG E' DEDICATO AD ILARIA ALPI

20 marzo 1994 - 20 marzo 2009: 15 anni senza verità e giustizia. Per non dimenticare Ilaria e Miran
una donna coraggiosa



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Il 20 marzo 1994 in Somalia a Mogadiscio Nord, vengono barbaramente assassinati Ilaria Alpi (32 anni, giornalista RAI) e il suo operatore Miran Hrovatin (nell'immagine).
In RAI dal 1990 Ilaria Alpi aveva già lavorato a Parigi, in Marocco, Belgrado, Zagabria. Era la settima volta che veniva inviata in Somalia dal settembre 1992.
Era in atto la missione "Restore Hope" in ambito O.N.U., vi prendevano parte anche le truppe militari italiane. Nonostante ciò i soccorsi sono stati tardivi, non si sono accertate immediatamente le responsabilità dell'accaduto, anzi, il tutto è avvenuto con modalità contraddittorie e inquietanti.

Basti dire che non si sono trovati i quadernoni su cui Ilaria Alpi era solita annotare le sue attività giornalistiche.

Quali sono i motivi dell'inspiegabile esecuzione (perché di una vera e propria esecuzione si è trattato)?

L'ipotesi è che Ilaria Alpi fosse venuta a conoscenza di un traffico di armi o di scorie radioattive provenienti dall'Italia o dall'Europa più in generale, e questo deve avere "infastidito" qualcuno.
Come nel caso Ustica le autorità militari, almeno finora, non hanno brillato per chiarezza e disponibilità. Un processo si è già celebrato, ma non è giunto a nulla di significativo.




20 Marzo 1994 - 20 Marzo 2009. 15 anni fa a Mogadiscio, in Somalia, venivano barbaramente assassinati Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Due persone, due giornalisti italiani inviati Rai che erano in Somalia per svolgere il proprio mestiere con passione e professionalità. Per raccontare quello che stava succedendo in quel martoriato paese.



Inoltre in questi giorni saranno pubblicati su questo sito le iniziative e i programmi tv che si occuperanno di loro e delle loro storie. Continua...


Il Caso Ilaria Alpi


20 MARZO 1994 - A Mogadiscio, un commando somalo uccide Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai, e l'operatore Miran Hrovatin, in Somalia per seguire la guerra tra fazioni che stava insanguinando il Paese africano e le operazioni militari lanciate dagli Usa con il nome di "Restor Hope", con l'appoggio di numerose nazioni alleate, compresa l'Italia, per porre fine alla guerra interna e ristabilire un minimo di legalità nel disastroso scenario somalo.
22 MARZO 1994 - La Procura di Roma apre un'inchiesta. .
4 LUGLIO 1994 - Il padre della giornalista, Giorgio Alpi, parla di esecuzione, ricordando che la figlia, poco prima di morire, aveva intervistato il sultano di Bosaso e aveva annotato tutto su un taccuino poi scomparso. .
9 APRILE 1995 - Il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogar, risulta tra gli indagati quale mandante del delitto. La sua posizione sarà però archiviata. .
20 MARZO 1996 - Il Procuratore capo di Roma, Michele Coiro, affianca, nell'inchiesta, al dottor De Gasperis il dottor Giuseppe Pititto. .
4 MAGGIO 1996 - Giuseppe Pititto dispone la riesumazione della salma di Ilaria, l'autopsia e nomina consulenti medici e balistici. .
25 GIUGNO 1996 - Per la seconda perizia balistica il colpo contro Ilaria Alpi fu sparato a bruciapelo da una certa distanza. Alla stessa conclusione arriva la terza perizia il 18 novembre 1997. Per i periti si trattò di un'esecuzione.
DAL NOVEMBRE 1996 la Procura della Repubblica di Asti, specializzata in reati come il traffico internazionale di rifiuti tossici e radioattivi in partenza ed in transito dall'Italia, ha a disposizione una copiosa documentazione che contiene nomi e fatti, ed evidenzia numerose circostanze legate a questi traffici, comprese le generalità dei faccendieri che li dirigono nell'ombra, gli intrecci con i mercanti d'armi e perfino la mappatura completa che dimostra come ai tempi dell'omicidio tutto convergesse sulla Somalia, oltre che sui territori di altri Paesi dell'Africa costiera. Questa documentazione sembra scomparsa nel nulla, forse dimenticata anche dalla stessa Commissione Parlamentare sul traffico dei rifiuti. Ilaria Alpi era già stata in Somalia prima del 1994, e conosceva bene la situazione.
15 LUGLIO 1997 - Il Procuratore capo dottor Salvatore Vecchione avoca a sé l'inchiesta, affiancato dal dottor Franco Jonta. Questa decisione avviene due giorni prima dell'arrivo a Roma di due testimoni oculari: l'autista e la guardia del corpo di Ilaria. L'arrivo dei due testimoni era stato organizzato dal dottor Pititto con la collaborazione della Digos di Udine.
12 GENNAIO 1998 - Viene arrestato per concorso nel duplice omicidio il somalo Hashi Omar Hassan, a Roma da due giorni per testimoniare alla commissione sulle presunte violenze dei soldati italiani in Somalia. Hassan è identificato dall'autista di Alpi.
18 GENNAIO 1999 - Comincia il processo ad Hassan.
9 LUGLIO 1999 - Hassan è assolto. Il pm aveva chiesto la condanna all'ergastolo.
24 NOVEMBRE 2000 - La corte d'Assise d'Appello di Roma condanna all'ergastolo Hashi Omar Hassan. Il somalo viene riconosciuto come uno dei sette componenti del commando che ha ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
10 OTTOBRE 2001 - La prima sezione penale della Cassazione annulla la sentenza impugnata ''limitatamente all'aggravante della premeditazione e al diniego delle circostanze attenuanti generiche''.
10 MAGGIO 2002 - Si apre il processo d'appello bis davanti alla corte d'Assise d'Appello di Roma presieduta da Enzo Rivellese.
24 GIUGNO 2002 - Il sostituto procuratore generale Salvatore Cantaro chiede la conferma dell'ergastolo per Hassan. ''È provato - afferma - che Hassan era uno dei sette componenti del commando che attese Ilaria e Miran per due ore''.
28 MARZO 2003 - Esce il film di Ferdinando Vicentini Orgnani "Il più crudele dei giorni", con Giovanna Mezzogiorno nella parte di Ilaria. Merito del film è quello di riportare l'attenzione sul caso Alpi.
6 GIUGNO 2003 - Alla nona edizione del Premio Ilaria Alpi, a Riccione, il deputato dei Ds, Valerio Calzolaio, annuncia di aver depositato a nome di esponenti di tutti i gruppi parlamentari, da An a Rifondazione Comunista, la proposta di istituire una Commissione d'Inchiesta sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin .
31 LUGLIO 2003 - Viene istituita con deliberazione della Camera dei deputati la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
21 GENNAIO 2004 - Si insedia la Commissione parlamentare d'inchiesta. L'istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta è giunta dopo dieci anni di verità sospese sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Fino ad ora, infatti, sul caso è emerso solo qualche brandello di verità ufficiale.
28 FEBBRAIO 2006- La Commissione Parlamentare d'inchiesta ha chiuso i lavori. All'interno della Commissione i deputati di maggioranza hanno approvato le conclusioni proposte dal Presidente Carlo Taormina, mentre l'opposizione non ha approvato il documento. I componenti di centrosinistra hanno prodotto un Rapporto di Minoranza; mentre il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli ha presentato una terza relazione sulle conclusioni a cui la Commissione è giunta in due anni di lavoro.
AGOSTO-SETTEMBRE 2005- Per tenere viva l'attenzione sul caso, nell'agosto e nel settembre 2005, l'Associazione Ilaria Alpi/Comunità Aperta è andata in Somalia, realizzando un viaggio sulle tracce di Ilaria e Miran. Dal viaggio sono nati un reportage giornalistico e una mostra fotografica.
03 GIUGNO 2006 - L'Associzione Ilaria Alpi scrive al Presidente del Consiglio Romano Prodi,affinchè il Governo si attivi per fare piena luce sulla morte dei due giornalisti Ilaria Alpi e MIran Hrovatin.Segnalando che nel corso della serata di apertura della XII edizione del Premio Ilaria Alpi, il Presidente dela SOmalia Abdulhai Yusuf Ahmed ha riconfermato la volontà del suo governo di collaborare con quello italiano
20 GIUGNO 2006 - Il Presidente del consiglio Romano Prodi riceve Giorgio e Luciana Alpi. Romano Prodi si è assunto un "serio impegno" con i genitori della giornalista Ilaria Alpi, per valutare le modalità e la base per riavviare un ragionamento sulle circostanze della morte di Ilaria e di Miran
18 LUGLIO 2006 - Dopo Romano Prodi,a nche il presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, ha ricevuto Giorgio e Luciana Alpi. Il neo presidente della Camera ha confermato l'interesse da parte del Governo per il caso Alpi-Hrovatin
25 GIUGNO 2007 - La Commissione Esteri del Senato della Repubblica sta valutando e mettendo in evidenza gli elementi che motivano la costituzione di una nuova commissione d'inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ha udito Luciana Alpi e Mariangela Gritta Grainer in rappresentanza dell'Associazione Ilaria Alpi
10 LUGLIO 2007 - Il Pm Franco Ionta, titolare del procedimento sul caso Alpi/Hrovatin presso la Procura di Roma, ha chiesto in data 12 giugno scorso l'archiviazione del caso. L'impossibilità di identificare i responsabili degli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin al di fuori di Hashi Omar Hassan, il miliziano somalo condannato a 26 anni di reclusione per il duplice omicidio avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994, sono le motivazioni sostenute dal Pm.
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-E' uscito il bando della XV edizione del Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi
04 FEBBRAIO 2009

"Ricevere il Premio Giornalistico Televisivo " Ilaria Alpi è stato un grande onore. Il Premio dimostra come ci sia ancora posto per tutti coloro che decidono di esercitare questo mestiere contro corrente. Purtroppo, oggi, il giornalismo d'inchiesta è spesso negato, anche nei paesi occidentali che si dicono democratici. Per il nostro mestiere è quindi vitale che un premio come questo esista e perduri". Queste le significative parole con cui Gwenlaouen Le Gouil, (nella foto durante la premiazione) giornalista francese vincitore del Premio Ilaria Alpi Reportage Internazionali 2008 riassume il valore del Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi, giunto quest'anno alla sua XV edizione.

Il concorso, riservato a servizi ed inchieste giornalistiche televisive che trattino temi di impegno civile e sociale (solidarietà, non violenza, giustizia, diritti umani, lavoro), in quindici anni ha visto la presenza dei più importanti nomi del giornalismo italiano ed internazionale. Il bando della XV edizione del Premio Ilaria Alpi è appena stato pubblicato ed è disponibile a questo link. Leggi il bando e il comunicato stampa.



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... giovedì 2 ottobre 2008
2 ottobre: Pacifismo e Resistenza
Sarò sincera: questo pezzo mi è stato commissionato, e scrivere su commissione non mi viene bene. Quando Enrico me lo ha chiesto, ho pensato: come diavolo li lego, Gandhi e La Resistenza? Insomma sì, genericamente si può parlare di impegno civile e di senso civico, ma io cercavo una connessione meno epidermica, e, se possibile, più specifica.
Allora ho cominciato a guardare (di nuovo) tutti i video del gruppo postati su youtube e mi sono lasciata prendere, come mi capita sempre davanti alle idee che non restano idee, ma si fanno progetto. E ho letto di Gandhi: la lotta per il rispetto dei diritti delle minoranze, la strategia di non-cooperazione con gli inglesi, la formazione culturale senza pregiudizi, aperta a tutte le religioni, l'induista, la musulmana, addirittura la cattolica, e, infine, la Satyagraha, che da movimento politico-filosofico basato sui due capisaldi della verità e della nonviolenza, si è trasformato in quell'enorme resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza.

E mi sono domandata: cosa succederebbe se a firmare la storia non fossero gli Alessandro e i Cesare, i Napoleone e i Mussolini?
Cosa cambierebbe nel mondo se a scrivere le pagine dei nostri libri scolastici fossero i Socrate, i Montesquieu, i Martin Luter King e i Gandhi? Forse, solo forse, alleneremmo migliori generazioni di studenti e di cittadini.
Forse lo spirito di cooperazione internazionale che anima le Nazioni Unite non avrebbe bisogno di essere ribadito dedicando una giornata, oggi, 2 ottobre, alla non-violenza. Forse avremmo più rispetto per le istituzioni e ci penseremmo qualche minuto di più in cabina elettorale, prima di mettere la croce su un nome.
O magari un gruppo di ragazzi con un sogno musicale non proprio in linea coi gusti della massa non dovrebbe autogestirsi, ma avrebbe un produttore che gli organizza e gli finanzia il lavoro.
Cosa significa vincere o perdere, nella vita e nella storia? Per me vincere significa dare corpo ad un ideale con l'azione, anche se poi, nel concreto, quell'azione resta vana e non porta a risultati immediati. Significa seminare qualcosa che germogli, anche nel terreno di altri, anche se poi il più grande pacifista della storia viene trapassato da tre colpi di pistola. Significa crederci, a quello che chiamano "mondo migliore", e non sentirlo solo come uno slogan di buoni sentimenti.
Così alla fine di un pomeriggio che sarebbe dovuto essere di decreti ingiuntivi e querele di parte, ho trovato il legame che cercavo, profondo, viscerale, intenso, condensato in due parole: verità e non-violenza. Il motto di Gandhi, il sottotitolo che io metterei ad ogni canzone di questi ragazzi. Certo, la loro musica, agli occhi dei vincitori, non cambierà il mondo. Ma agli occhi dei perdenti come me, lo rende un posto migliore in cui vivere.
In bocca al lupo. Marina

Un asino mercenario con il suo mercenario asino .
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Bambini soldato, 250mila con il kalashnikov in mano
Fonte: RaiNews24 - 15 ottobre 2008
Mai più un kalashnikov imbracciato da un bambino: è l'istruzione l'unica 'arma utile' ad assicurare un futuro di speranza a 37 milioni di bambini che ancora non possono andare a scuola a causa delle guerre.
Eppure nel 2007 i Paesi in conflitto e instabili hanno speso 17,8 miliardi di dollari in armi, tre volte quanto necessario per garantire l'istruzione primaria ai bambini che li abitano, mentre i Paesi del G8 -Italia compresa- detengono l'84 per cento delle esportazioni di armi nel mondo.
La denuncia arriva dal rapporto di Save the Children, 'Bambini e armi. L'istruzione per combattere la guerra', pubblicato per il lancio della terza edizione della campagna 'Riscriviamo il futuro', che in due anni ha garantito un'istruzione di qualità a 6 milioni di bambini che vivono in nazioni colpite o reduci da conflitti armati, e punta a raggiungere quota 8 milioni entro il 2010.

“I Paesi del G8 - ha ammonito Save The Children - 'non possono dare aiuti nell'istruzione e impegnarsi solennemente a garantirla a tutti i bambini, in particolare a quelli nei Paesi in conflitto, e allo stesso tempo esportare armi leggere verso quelle stesse nazioni'. E ha aggiunto: 'Se veramente abbiamo a cuore il futuro dei minori afflitti da guerre, comprese le migliaia di bambini-soldato, bisogna non solo incrementare gli investimenti nell'istruzione, ma affrontare il nodo del commercio indiscriminato di armi leggere”.
Secondo il rapporto dell'organizzazione internazionale, ancora oggi almeno 250.000 minori di cui il 40% bambine sono impiegati come soldati, spie, facchini, cuochi, 'mogli' dei combattenti e arruolati in eserciti non governativi in almeno 24 nazioni e territori. Bambini costretti a commettere violenza ma anche a subirla: negli ultimi anni almeno 2 milioni sono stati uccisi dal fuoco delle armi leggere e 6 milioni feriti, resi disabili o traumatizzati perché obbligati ad assistere a episodi di abusi e violenze.
Poi ci sono i 22 milioni di bambini profughi e sfollati a seguito di guerre, e le 8-10.000 piccole vittime che ogni anno muoiono o rimangono mutilate per l'esplosione degli ordigni, in particolare di tipo 'a grappolo', che restano nascosti nel terreno.




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CLUSTER BOMBS: L’ITALIA MANTENGA LA PAROLA DATA AD OSLO
Fonte: Campagna Italiana contro le Mine - 03 dicembre 2008
Oggi si è aperta alla firma la Convenzione che mette al bando le munizioni cluster a causa dei loro effetti umanitari indiscriminati. Il Sottosegretario Vincenzo Scotti ha sottoscritto il trattato per l’Italia, che ha partecipato attivamente a tutte le tappe del percorso negoziale denominato “Processo di Oslo”.

Nel suo discorso durante la cerimonia di firma, il Sottosegretario ha sottolineato che l’Italia ha ben chiari i propri impegni tra cui una rapida ratifica della convezione, un sostegno alla sua universalizzazione ed un rinnovato supporto alle attività correlate come la bonifica umanitaria e l’assistenza alle vittime.

“Le parole pronunciate del Sottosegretario in questa occasione di portata storica sono incoraggianti ma rischiano di essere sconfessate nei fatti dall’azzeramento del Fondo per lo Sminamento Umanitario di cui non c’è più traccia nella legge finanziaria in discussione,” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine.

“Ci aspettiamo che il Sottosegretario eserciti le sue prerogative per colmare il vuoto creato dall’annullamento degli stanziamenti dedicati a queste attività umanitarie e di cooperazione, garantendo la coerenza dell’azione di governo con gli impegni assunti e la credibilità del nostro Paese a livello internazionale,” continua Schiavello.

Alla vigilia della discussione della Finanziaria è stato presentato, a firma dei Senatori Allegrini (PdL), Amati (PD) ed altri Senatori provenienti dai diversi gruppi, un emendamento promosso dalla Campagna Italiana per il ripristino del Fondo.

La Campagna Italiana si appella al Senato affinché questo emendamento venga sostenuto all’unanimità dimostrando realmente e concretamente l’interesse dichiarato verso la salvaguardia della vita e dei diritti fondamentali delle popolazioni civili.

Note:
Per ulteriori informazioni visitate il sito della Campagna all'indirizzo http://www.campagnamine.org/

La Campagna Italiana contro le Mine è parte attiva della Rete Italiana per il Disarmo

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SCHEDA
Armi in Italia: tra lobby e direttive
Fonte: L'Espresso - 17 luglio 2008
Mentre la camorra torna a uccidere, lo Stato non sa neppure quante armi possano circolare o siano vendute legalmente in province come Napoli e Caserta. Gli archivi delle questure, soprattutto al Sud, non sono ancora informatizzati. I dati sul porto d'armi sono raccolti manualmente e gli archivi cartacei vengono aggiornati con ritardi da tre a cinque anni.

È uno storico deficit tecnologico che i poliziotti stanno cercando faticosamente di colmare: l'obiettivo è di creare, a partire dal 2009, un archivio informatico di tutte le armi da fuoco. I tecnici del Viminale vorrebbero così anticipare gli effetti della direttiva approvata in dicembre dal Parlamento europeo. Entro il 2015 tutti gli Stati dell'Unione dovranno attivare un database e conservare per almeno vent'anni le informazioni obbligatorie sulle vendite di pistole, fucili, mitra e relative munizioni. La direttiva è stata approvata in dicembre con 588 voti favorevoli, 11 astenuti e 14 contrari: unico italiano a votare no, il leghista Francesco Speroni. Nel lungo dibattito sembravano contrari anche gli eurodeputati della Finlandia. Alla vigilia del voto, però, un diciottenne di Tuusula ha ucciso a fucilate otto compagni di liceo e poi si è sparato. La strage ha scioccato un Paese dove le armi, per motivi storici, sono molto diffuse. E dove il tasso di morti per armi da fuoco è il triplo dell'Italia.

A quel punto anche la Finlandia ha votato per controlli più severi. Negli Stati Uniti, al contrario, la Corte Suprema a maggioranza conservatrice ha riaffermato di recente che armarsi è un diritto individuale sancito dalla Costituzione americana. Una vittoria della potente lobby delle armi, nononostante l'allarme per le continue stragi nelle scuole, dal liceo di Columbine (15 morti compresi i due studenti-killer nel '99) all'Università di Virginia Tech (33 vittime nell'aprile 2007). Ogni anno negli Stati Uniti si vendono cinque milioni di pistole, mitra e fucili. E il tasso di mortalità per armi da fuoco è sette volte superiore all'Italia.

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